Fate i bravi
“A volte ritorno” di John Niven, Einaudi 2012
Lettura dell’estate scorsa e recensione scritta appena letta l’ultima riga, perché avevo una disperata voglia di parlarne.
Questa dovrebbe essere una recensione ma, in realtà, la sto scrivendo a caldo, senza aver avuto il tempo e il modo di rifletterci bene e forse più avanti la penserò diversamente. Ma ho letto “A volte ritorno” di John Niven e secondo me è un libro che va commentato così: di getto.
Ho provato tante emozioni leggendolo e tante sono le reazioni che ha suscitato in me: ho riso di gusto, ho sorriso, mi sono emozionata insieme ai protagonisti, (non ho pianto solo perché io sono di ghiaccio, lo sanno tutti); con loro mi sono preoccupata, arrabbiata e alla fine, nonostante fosse prevedibile almeno una parte del finale, ho sussultato per lo sgomento e poi mi sono preoccupata non più con loro ma per loro, per la loro sorte e per quella di Gesù.
Questo libro ha più di un merito: quello di saperti far vivere appieno una grande varietà di emozioni rendendole vere e quello di farti riflettere sul nostro tempo, sui mali che stanno rovinando la nostra società, attraverso la “parabola” di un uomo che tutti conosciamo e che non potrebbe esserci più familiare. Inoltre ti ci porta attraverso la risata, rendendo veramente umani Gesù e suo padre, e sbandierandoci in faccia quello che è il vero unico comandamento “Fate i bravi”.
Ah… quasi dimenticavo! Ho scoperto che il Gesù di Niven è mio coetaneo e, ovviamente, vivendo il mio e il nostro tempo, la società non l’ha capito, la maggior parte delle persone non l’ha capito e quindi soprattutto la chiesa l’ha osteggiato.
Ma, in effetti, come si può capire davvero chi mette sempre l’amore e il perdono e la comprensione e il bene degli altri davanti a tutto? Ma proprio a tutto?